LARA PIFFARI

PAROLE E IMMAGINI

All'età di otto anni sono rimasta folgorata dall'azzurro di un mantello di un'opera del Fra Galgario e ho deciso che avrei voluto essere anche io in grado di creare qualcosa di simile. Mi sono iscritta al Liceo artistico, ho imparato a disegnare e poi ho disimparato, o meglio mi sono scordata di saperlo fare. Ho capito che il mio posto era dall'altra parte. Dopo gli studi in Storia dell'arte ho impugnato la penna e non l'ho più posata.

Durante gli anni dell'università mi sono innamorata di ogni forma possibile d'incrocio tra le parole e le immagini, perché nella mia testa questo match non è mai arrivato al fischio finale.
Amo la corrispondenza tra questi due strumenti e la loro diversa capacità di catturare la poesia (non necessariamente la bellezza) del mondo. Sono una collezionista di storie di amicizia, amore, collaborazione tra scrittori contemporanei che hanno scritto di opere d'arte, reali o inventate, e artisti che hanno integrato installazioni, pennellate e scatti con parole, proprie o altrui.

Appena soddisfo la mia necessità primaria – camminare – corro a visitare mostre e a parlare con artisti, scrivendo testi critici e articoli sul loro lavoro.
Scrivo, scrivo (e scrivo...) perché non so fotografare come vorrei. Non ho mai fatto la pace con diaframma e messa a fuoco e allora non mi resta che registrare tutto quanto tramite le parole.
Se vivi o frequenti Milano, magari ti potrà capitare di incontrarmi per strada mentre cammino e scrivo (nella mia testa, spesso), prendendo nota di colori, strani incontri, volti.

Non pensare a me, però, come a una testa volteggiante per l'aere, persa a cantare la poesia degli uccellini che cinguettano: quando voglio, sono maledettamente concreta e amo programmi e scadenze. Dicono persino che sia precisa e affidabile e io, in fondo, un po' sto iniziando a crederci.